mercoledì 21 maggio 2014


Puntata di Report su "shale gas"
del 12 maggio 2014
Lettera alla redazione di Carlo Doglioni

Presidente della Società Geologica Italiana, 
fondata da Quintino Sella nel 1881

(La lettera è stata pubblicata sul sito della Società Geologica Italiana il 15 maggio 2014)


Alla Redazione di Report
p.c. Dott. Luigi Gubitosi

Vi scrivo in merito all'ultima puntata del 12 maggio in quanto presidente della Società Geologica Italiana, da voi chiamata in causa.
Sono sinceramente dispiaciuto perché si è persa l'occasione di fare luce su un argomento delicatissimo, anzi si è ingenerata una dannosa confusione.
Nel vostro servizio, purtroppo, non si è detto da subito che in Italia non si fa fracking perché non esistono riserve economicamente rilevanti di shale gas (i pareri espressi di potenzialità nella nostra nazione sono di persone non informate sul tema); inoltre, la ricerca di shale gas non è prevista dal Governo nel piano di Strategia Energetica Nazionale e nessuno può pensare di farla in incognito: lo dice anche uno dei vostri intervistati che per realizzare il fracking ci vorrebbe un numero infinito di camion ogni giorno. La situazione italiana non è dunque minimamente paragonabile a quella americana né dal punto di vista geologico e nemmeno da quello normativo, ma lo spettatore è stato indotto a pensare che la stessa tecnica sia adottata o adottabile in futuro anche da noi.

E' un campo estremamente complesso, in cui entrano in gioco le legittime preoccupazioni di sicurezza dei cittadini, le esigenze di approvvigionamento energetico nazionale, le conoscenze scientifiche e le decisioni politiche che devono bilanciare tutti questi elementi. Presentare in modo fuorviante le conclusioni della commissione voluta dalla Regione Emilia Romagna sui rapporti tra estrazioni petrolifere e sismicità, come se la relazione tra la coltivazione di un campo petrolifero in Emilia e il terremoto del maggio 2012 sia praticamente certa (mentre la commissione stessa sostiene che è solo un'ipotesi non dimostrabile), significa semplicemente dire che, per il principio di precauzione, si dovrebbero sospendere tutte le attività minerarie in Italia. E' una scelta politica possibile, ma con le ovvie conseguenze. Se aveste chiesto a geologi esperti di sismotettonica, avreste potuto sentire che la relazione ipotizzata tra attività estrattive e terremoti, almeno nel caso emiliano, è poco realistica e basata su dati di quantomeno controversa interpretazione. Alimentare le paure di popolazioni già duramente colpite da eventi disastrosi in un territorio naturalmente soggetto ad eventi sismici rilevanti non è una scelta condivisibile perché i cittadini meritano di avere le informazioni più corrette e trasparenti possibili.

La Società Geologica Italiana ha organizzato a dicembre scorso il convegno sulla "Geologia per l'esplorazione petrolifera in Italia" e ha permesso a tutti di parlare, anche ai rappresentanti del movimento "no-triv" le cui dichiarazioni hanno avuto ampia visibilità anche nel vostro servizio. Gli interventi dei geologi sono stati invece deliberatamente ignorati dal vostro reporter, a parte un breve spezzone che non rappresenta minimamente le conclusioni del congresso. Nel vostro servizio si afferma che i geologi italiani sosterrebbero che non vi possa essere relazione tra attività di sottosuolo e sismicità: durante lo stesso convegno invece c'è stato un intervento che ha evidenziato lo stato dell’arte sulle conoscenze tra sismicità indotta legata alla reiniezione di fluidi nel sottosuolo (che non è fracking) e sulla possibilità di sismicità innescata, cioè terremoti naturali che verrebbero anticipati temporalmente per effetto delle attività minerarie.
Perché non avete chiesto un'opinione anche agli organizzatori del convegno? Perché non informarsi con esperti veri di come viene effettuato un pozzo, quali sono le norme di sicurezza adottate, in che modo vengono protette le falde acquifere, come viene monitorata la sismicità indotta? Ci sono delle norme chiare imposte dal Ministero dell'Industria e dello Sviluppo Economico e solo chi ha competenze specifiche è in grado di rispondere con precisione a queste giuste richieste di informazione.

La relazione tra attività petrolifera e terremoti dannosi o emissioni di gas è stata trattata nella puntata di Report dal solo punto di vista di coloro che vogliono che sia conclamata ovunque e comunque. La sismicità indotta da iniezione di fluidi nel sottosuolo è nota fin dagli anni '60, e nessun geologo serio può sostenere che non vi sia una possibile correlazione, ma si tratta di capire caso per caso, sulla base del contesto geologico, della quantità di fluidi coinvolti e delle profondità in cui si opera, per valutare se il rapporto di causa-effetto sia consistente con i parametri in gioco o meno. I geologi tutti, professionisti e ricercatori, lavorano quotidianamente con grande impegno in campi diversi, sia per proteggere gli italiani dai vari rischi naturali, sia per salvaguardare l'ambiente, e anche per contribuire al reperimento di risorse come quella primaria che è l’acqua, e quelle minerarie che hanno fatto crescere l'Italia.

La Società Geologica Italiana è come sempre a disposizione delle redazioni giornalistiche per approfondimenti e chiarimenti.

Carlo Doglioni
Presidente della Società Geologica Italiana
Fondata da Quintino Sella nel 1881

lunedì 12 maggio 2014


PS2 - Poster session 
Geoscience outreach: a challenge to be faced

La sessione è parte del convegno della Società Geologica Italiana (SGI) e Società Italiana di Mineralogia e Petrografia (SIMP): 
"The Future of Italian Geosciences – The Italian Geosciences of the Future”.
Milano 10-12 Settembre 2014 (http://www.geoscienze2014.it/)


Descrizione della sessione 
Nella società moderna la diffusione delle conoscenze in ambito delle Scienze della Terra ha un forte impatto soprattutto rispetto ad argomenti che possono aiutare i cittadini a maturare opinioni indipendenti e partecipare a decisioni cruciali che riguardano i pericoli naturali, la sostenibilità e l’ambiente. Le richieste da parte del pubblico conducono gli scienziati verso un ambito di fondamentale importanza, ma per il quale molti di loro non hanno maturato le necessarie competenze, esperienze o verso il quale si pongono con atteggiamento di grande scetticismo: la divulgazione. Si tratta di un vero e proprio campo di sperimentazione che richiede una profonda conoscenza degli argomenti trattati e l'uso di un linguaggio appropriato, oltre ad una ricerca sui modi e valutazione dell'efficacia dei metodi. Invitiamo le istituzioni di ricerca, le università e musei a presentare le proprie esperienze, a confrontarsi oltre che suggerire nuovi modi per divulgare ed educare.

Session description
The spreading of geoscience knowledge has a strong impact in modern society as it relates to natural hazards, sustainability, and the environment; it appears to be fundamental in providing citizens the tools to build independent opinions or participate to crucial decisions. Scientists are challenged to face outreach: promote public awareness (and understanding) of science and make informal contributions to education; they might not be ready to that and somehow underestimate its relevance. Indeed this is a truly new research field that requires a deep knowledge of the scientific rationale and yet the language and communication strategies need to be extremely flexible and attractive; here specific tools, methods and evaluation of impact on different type of audience are required. Bearing this in mind we invite research institutions, universities and museums to describe and compare their experiences, and suggest science outreach strategies. 


Deadline: giovedì 15 maggio 2014

martedì 6 maggio 2014


La Geoetica propone un nuova visione 
per migliorare le attività petrolifere

L’industria del petrolio e del gas deve continuare a considerare 
le implicazioni etiche, sociali e culturali della ricerca geologica


Traduzione dalla lingua inglese di un articolo di MJ Selle su un'intervista a Silvia Peppoloni, IAPG Secretary General e responsabile della Sezione di Geoetica e cultura geologica della Società Geologica Italiana. L'articolo è stato pubblicato sul giornale ufficiale dell'Offshore Technology Congress 2014, in svolgimento a Houston (Texas, USA).


Un nuovo modo di intendere e praticare le geoscienze con l'aiuto della geoetica è stato il tema della "Ethics breakfast" di lunedì 5 maggio alle 7,30, durante l’Offshore Technology Conference 2014. Si tratta della prima presentazione dei principi della geoetica in un importante convegno su petrolio e gas. Inizialmente era in programma quale relatore la Dott.ssa Silvia Peppoloni, Segretario Generale dell'Associazione Internazionale per la Promozione della Geoetica (IAPG) e ricercatrice presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Per motivi di programmazione, è stata sostituita dal Dott. Salvatore Barba, primo ricercatore presso l'INGV e membro della IAPG. Tuttavia, in un'intervista dello scorso aprile, la Dott.ssa Peppoloni aveva già esposto alcune considerazioni sull'importanza della geoetica in riferimento all'industria petrolifera e del gas. La geoetica si occupa delle implicazioni etiche, sociali e culturali della ricerca e della pratica geologica, rappresentando un punto di intersezione tra le geoscienze, la sociologia e la filosofia.
"L'interesse per i temi della geoetica sta crescendo" ha detto la Dott.ssa Peppoloni. "Naturalmente, gli specifici problemi di ogni paese, le diverse condizioni economiche e sociali e i differenti contesti culturali possono influenzare gli aspetti più specifici su cui la comunità scientifica e la società di volta in volta pongono la loro attenzione".
A titolo di esempio, la dottoressa ha fatto riferimento al dibattito in corso in India e in diversi paesi africani sullo sfruttamento delle georisorse e sulle relative conseguenze in termini di sostenibilità. Ha parlato della grande attenzione rivolta negli Stati Uniti alla promozione dell'insegnamento della geoetica ai giovani geologi, nelle università. Inoltre, ha sottolineato l'importanza della discussione etica in Italia riguardante la mitigazione dei rischi naturali, la comunicazione e la geo-educazione sui rischi alla popolazione.
La Dott.ssa Peppoloni ha parlato della necessità che l'industria del petrolio e del gas ponga alla base delle proprie attività una nuova consapevolezza: "Le attività offshore sono necessarie ma hanno un forte impatto sull'ambiente e sulla società"- ha detto - "e l'uso di queste tecnologie produce un enorme disturbo sull'ambiente marino, con conseguenti cambiamenti fisici, chimici e biologici, le cui ripercussioni non sono facilmente prevedibili". Ha proseguito evidenziando che l'equilibrio dell'ambiente marino è estremamente delicato e che da esso dipendono gli ecosistemi degli oceani. "Questo non significa che dobbiamo smettere qualsiasi tipo di attività marina – ha aggiunto - ma che il loro impatto deve essere attentamente considerato, destinando adeguati investimenti economici allo studio della sua mitigazione".
La Dott.ssa. Peppoloni ritiene che l'industria dovrebbe lavorare ancor di più per migliorare le tecnologie volte alla protezione dell'ambiente. "Le industrie petrolifere e del gas non possono ignorare questi problemi, perché i costi per riparare i danni ambientali e per far fronte alle emergenze potrebbero diventare enormi" - ha detto.
Ha inoltre suggerito che le strategie operative debbano essere adeguatamente valutate e sviluppate attraverso un approccio multidisciplinare. "La geoetica offre una visione su cui basare la scelta delle più opportune azioni che coinvolgono la geosfera" - ha detto la Dott.ssa. Peppoloni e ha aggiunto: "Un mondo sostenibile può essere economicamente vantaggioso per l’intera società. Questa potrebbe sembrare un'utopia, ma noi oggi siamo di fronte a un cambiamento di valori epocale e abbiamo bisogno anche di utopie".
Un segnale incoraggiante - prosegue la Dott.ssa Peppoloni - è l'inclusione di comitati etici in grandi progetti di ricerca internazionali. "Il loro compito è quello di valutare l'impatto delle attività sull'ambiente e garantire che durante tutte le fasi di sviluppo del progetto vengano elaborate metodologie e strategie che operino nel rispetto dell'ambiente". 
La Dott.ssa. Peppoloni spera che la presentazione della geoetica all’OTC 2014 trasferisca ai partecipanti un nuovo modo di intendere le geoscienze, quali strumenti da utilizzare per una saggia e prudente gestione del pianeta. "Le geoscienze non sono solo un insieme di informazioni scientifiche utili, ma rappresentano anche una risorsa culturale capace di influenzare il nostro futuro", ha detto. "Se si considerano gli attuali e complessi problemi globali, come il cambiamento climatico, la ricerca di nuove fonti di energia o la necessità di un approccio sostenibile nei confronti dell’ambiente, risulta evidente come una prospettiva etica nelle geoscienze possa essere molto utile in questa direzione". Avendo la geoetica come quadro di riferimento, la Dott.ssa. Peppoloni ritiene che l'industria possa garantire azioni più rispettose verso l'ambiente e la società. "La globalizzazione è un dato di fatto" - ha detto – "ed è una contraddizione da un lato sentirci immersi in un mondo globalizzato e, dall'altro, allo stesso tempo pretendere di agire solo per i propri interessi, anche se legittimi, senza tener conto delle interrelazioni tra noi e il mondo in cui viviamo. Le scienze della Terra ci insegnano che queste relazioni operano su scala globale e molto di ciò che possiamo fare è nelle nostre mani. La geoetica ci può guidare verso un nuovo modello di sviluppo".

Articolo originale in lingua inglese (vedi pagina 20):

lunedì 5 maggio 2014


Sostieni la IAPG, destina il tuo 5x1000 all'Associazione Internazionale per la Promozione della Geoetica


Sostieni le nostre iniziative per la promozione di un approccio etico nella ricerca e nella pratica delle geoscienze.

Nella prossima dichiarazione dei redditi puoi destinare il tuo 5 x mille dell'imposta sul reddito all'Associazione Internazionale per la Promozione della Geoetica Onlus (IAPG-International Association for Promoting Geoethics).

Il 5 x mille è uno strumento che consente ai cittadini di sentirsi coinvolti nel perseguimento di obiettivi di utilità sociale.

Per destinare il tuo 5 x mille basta scrivere il codice fiscale dell'Associazione 97731120586 nello spazio già presente sulla tua dichiarazione dei redditi (modelli CUD, Unico e 730) e apporre la tua firma.

La casella corretta è "Sostegno del volontariato e delle altre organizzazioni non lucrative di utilità sociale, delle associazioni di promozione sociale e delle associazioni e fondazioni riconosciute che operano nei settori di cui all’art. 10, c. 1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997".

Il tuo sostegno finanziario ci consentirà di dare maggiore impulso alle nostre attività finalizzate a sensibilizzare la società sui valori etici, sociali e culturali del sapere geologico.
Inoltre, vogliamo continuare a promuovere il coinvolgimento di giovani geoscienziati nella nostra rete scientifica, attraverso il finanziamento di borse di studio per la partecipazione in convegni e per lo sviluppo di iniziative nel settore dell'educazione alla cultura scientifica.

Grazie per il tuo sostegno.